In data 15 settembre 2022 è stato approvato dal Ministero della Transizione Ecologica il Decreto Ministeriale n. 340 del 15 settembre 2022, riguardante la missione 2 del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza – PNRR, componente 2, investimenti 1.4, in ambito di sviluppo dell’utilizzo del biometano, secondo criteri per promuovere l’economia circolare. Ora si attendono solamente i decreti attuativi per dar avvio agli investimenti negli impianti.

La manovra, che libererà 1.730,4 miliardi di euro previsti dal PNRR consentirà, secondo le stime fornite dal Consorzio Italiano Biogas (CIB), di liberare otto miliardi di metri cubi di biogas manovra questa, che in un contesto caratterizzato da un incremento dei prezzi del gas a seguito della guerra in Ucraina, consentirà di coprire circa il 15-20% del fabbisogno italiano di gas, incrementando di conseguenza l’indipendenza da fonti energetiche estere.

Il Decreto contiene le disposizioni per la definizione degli incentivi al biometano che verrà immesso nella rete del gas naturale e prodotto da impianti di nuova realizzazione alimentati da matrici agricole e da rifiuti organici o da impianti per la produzione di elettricità da biogas agricolo riconvertito.


Gli aiuti concessi dal bando

Sono ammessi agli incentivi gli impianti per i quali gli interventi non sono stati avviati prima della pubblicazione della graduatoria e che completano la realizzazione delle opere ammesse a finanziamento ed entrano in esercizio entro il 30 giugno 2026.

Il pacchetto incentivi si compone di:

  • Una tariffa incentivante applicata alla produzione netta di biometano, per una durata di 15 anni ed erogata dalla data di entrata in esercizio dell’impianto;
  • Un contributo in conto capitale sulle spese ammissibili all’investimento sostenuto, nei limiti del costo massimo di investimento ammissibile e secondo le percentuali indicate nell’allegato 1 del decreto.

Le spese ammissibili per il contributo in conto capitale

Relativamente al contributo in conto capitale, sono considerate ammissibile le seguenti spese:

  • Costi di realizzazione ed efficientamento dell’impianto, quali infrastrutture e macchinari atti alla gestione dei processi di digestione, per lo stoccaggio, la realizzazione dell’impianto di purificazione e la trasformazione, compressione e conservazione del biometano e CO2. Rientrano, inoltre, anche i costi per le apparecchiature necessarie per l’autoconsumo aziendale del prodotto;
  • Attrezzature di monitoraggio e ossidazione del biometano;
  • Costi di allacciamento alla rete naturale;
  • Costi di acquisto o acquisizione di programmi informatici funzionali alla gestione dell’impianto;
  • Spese di progettazione, direzione dei lavori, collaudo, consulenze e tutte le spese necessarie per la messa in opera dell’investimento. Queste ultime sono ammissibili nella misura massima del 12% di quanto sostenuto.

I soggetti beneficiari

I beneficiari di tali incentivi sono:

  • tutte le imprese agricole che intendono realizzare un nuovo impianto per la produzione e l’immissione in rete di biometano;
  • le imprese che intendono convertire (in tutto o in parte) impianti già esistenti di produzione ed utilizzazione di biogas;
  • le imprese che realizzano impianti alimentati da rifiuti organici.

Per l’anno in corso è prevista l’indizione di una sola procedura competitiva; nell’anno 2023, invece, verranno indette almeno due procedure competitive, con un periodo di apertura del bando di 60 giorni.

Entro 90 giorni dalla chiusura del relativo bando, il GSE valuterà i progetti presentati e provvederà alla pubblicazione della graduatoria dei progetti ammessi. Si avrà il diritto al riconoscimento del contributo e della tariffa incentivante dopo l’inserimento in una posizione utile nella graduatoria pubblicata.

Di Davide De Luca

Immagine in evidenza di Ilse Driessen su Unsplash

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