Continua a volare l’inflazione, che a settembre 2022 balza al +8,9% segnando il record dal 1985, mentre da ottobre la bolletta elettrica aumenta del 59%. Con conseguenze sempre più drammatiche sui bilanci delle aziende agricole e delle famiglie.

Il caro-energia, già fuori controllo, sta mettendo alle strette migliaia di aziende agricole e strutture agrituristiche, sempre più a rischio per il persistente rialzo dei costi di produzione. Il D.L. Aiuti Ter varato dal Governo uscente di Mario Draghi non sembra soddisfare il bisogno di aiuto espresso dall’agricoltura italiana, anche perché il credito d’imposta avrà effetto solo a distanza di mesi, mentre le aziende hanno bisogno di trovare la liquidità per poter pagare le bollette oggi. La Cia-Agricoltori afferma che le misure finora proposte non sono né efficaci né tempestive, e serve maggiore controllo dell’Ue sui piani di contenimento del gas degli Stati membri per dare precedenza al settore agroalimentare. Per fronteggiare i prezzi altissimi dei fertilizzanti, la cui produzione si è ridotta del 70%, va incentivato l’uso di quelli organici e del digestato, superando vincoli obsoleti, come la soglia di 170 kg di azoto per ettaro annui, e vanno sospesi i dazi per l’urea. Allo stesso tempo occorre dare più sostegno alle aziende agricole che vogliono realizzare impianti fotovoltaici oltre il proprio autoconsumo. L’Europa deve dare una chiara dimostrazione di coesione sulle politiche per l’energia con un’azione congiunta e tempestiva, anche in vista dell’inverno alle porte, a tutela della sostenibilità economica delle imprese agricole, chiamate a garantire la sicurezza alimentare.

Coldiretti dichiara che nelle campagne italiane ben un terzo delle aziende agricole sta lavorando in perdita a causa di rincari dei costi che vanno dal +250% dei concimi al +95% dei mangimi al +110% per il gasolio fino al +500% delle bollette per pompare l’acqua per l’irrigazione dei raccolti. Il risultato è un aggravio medio di oltre 17mila euro per azienda, mentre crolla il valore aggiunto (-42%). Aumenti che riguardano l’intera filiera con costi indiretti che, vanno dal vetro rincarato di oltre il 30% in più rispetto allo scorso anno. Dal tetrapack con un incremento del 15%, dal +35% delle etichette al +45% per il cartone, dal +60% costi per i barattoli di banda stagnata, fino ad arrivare al +70% per la plastica.

Secondo i dati diffusi da Ismea, i costi di produzione dell’agricoltura, nei soli primi tre mesi di quest’anno, sono aumentati di oltre il 18% sullo stesso periodo del 2021. I rincari avranno un effetto negativo anche sui consumi. Bollette e inflazione stanno spingendo le famiglie a ridistribuire il budget, in un quadro condizionato dall’aumento delle spese fisse.

Secondo CREA la produzione agricola e quella alimentare in Italia assorbono oltre il 11% dei consumi energetici industriali totali per circa 13,3 Mtep all’anno, l’aumento dei costi colpisce duramente l’intera filiera agroalimentare a partire dalle campagne dove più di 1 azienda agricola su 10 (13%) è in una situazione così critica da portare alla cessazione dell’attività ma ben oltre 1/3 del totale nazionale (34%) si trova comunque costretta in questo momento a lavorare in una condizione di reddito negativo per effetto dei rincari.

Una situazione insostenibile che spinge i produttori a manifestare la loro disapprovazione con movimenti di protesta come quella che si è tenuta nel parco Sempione di Milano al villaggio Coldiretti. Migliaia di produttori agricoli hanno infatti denunciato il rischio di una corsa dei costi che minaccia la sopravvivenza stessa del made in Italy a tavola.

Il prezzo della componente energia è infatti passato da 0,09-0,13 €/kWh dello scorso anno a 0,55 €/KWh circa del 2022, mentre il costo della materia prima gas è passato da 0,25-0,36 €/smc dello scorso anno a 1,14 €/smc circa del 2022, il che, per un’impresa di piccole dimensioni, si traduce in un aumento medio in bolletta pari a circa 35.000-40.000 euro, tralasciando altri oneri e imposte.

Figura 1: Rielaborazione Integra+ su base dati ARERA gas metano
Figura 2: Rielaborazione Integra+ su base dati ARERA energia elettrica

L’aumento inflazionistico non controllabile del costo dell’energia elettrica e del gas metano sta dando il colpo di grazia a migliaia di aziende agricole che pur di non perdere la produzione e salvare i raccolti, si stanno indebitando, il tutto per di più, senza margini di guadagno all’orizzonte, vista la disparità fra spese di produzione sostenute in Italia e prezzi finali del prodotto corrisposti in Europa.

Di Salvatore Abbate

Immagine in evidenza di Artem Beliaikin su Unsplash

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